ORDINI CAVALLERESCHI
Insigne Ordine di San Gennaro
Storia
Il fondatore dell'ordine, Carlo
VII di Napoli ,
che governò dal 1734
al 1759 ,
fu il primo monarca dal 1502 ,
regnante di questo regno, a risiedervi stabilmente. Come giovane re, Carlo venne considerevolmente influenzato dal
padre, il re Filippo
V di Spagna ,
che aveva dato prova di una capace, ma errata politica, non contribuendo a riportare la pace tra i due regni, ma
ristabilendo semplicemente l'influenza spagnola sull' Italia .
La
fondazione dell'ordine fu un processo che durò diversi anni, ed il matrimonio tra il giovane re e la
principessa Maria
Amalia di Sassonia ,
divenne l'occasione giusta per inaugurarlo. Lo statuto e la
fondazione dell'ordine vennero realizzati il 3 luglio 1738
e le prime consegne delle medaglie vennero effettuate dopo
soli tre giorni.
Gli
statuti prevedevano che i sessanta aderenti fossero nobili
cattolici, (anche se in tempi successivi vi vennero ammessi
anche nobili non cattolici, ma in casi eccezionali e
l'ordine giunse a sorpassare i sessanta aderenti diverse
volte).
Come
ordine di collare (e quindi il più importante del
Regno), esso venne inteso di rango eguale all' ordine
del Toson d'oro ,
detenuto nel ramo spagnolo dal padre, ed all' ordine
dello Spirito Santo ,
retto dai cugini Borbone di Francia .
Ad ogni modo, non di rado, i membri della casata dei Borbone-Napoli ottennero le onorificenze di tutti e tre gli
ordini della real casa di Borbone. In segno di sottomissione, il re Carlo riservò al padre Filippo V
il diritto di nominare annualmente sei cavalieri, rinvigorendo l'unione tra i domini della casa di Borbone.
Un
ordine "santo"
Il
legame con la religione cattolica era molto sentito. I
cavalieri, ad esempio, secondo l'articolo VII della
costituzione dell'ordine, avevano l'obbligo di ritrovarsi
periodicamente con gli altri membri, di rispettare
l'inviolabilità della persona del gran
maestro ,
di partecipare quotidianamente alla celebrazione
eucaristica, di fare la comunione perlomeno a Pasqua
e nella festa di san
Gennaro ,
di partecipare alle celebrazioni in memoria dei cavalieri
defunti e di non ingaggiare o accettare un duello ma di
riferire la questione al gran maestro.
Papa
Benedetto XIV ,
confermò la fondazione dell'ordine nella bolla
papale
del 30 maggio 1741 ,
le cui provvisioni vennero leggermente modificate con una
seconda bolla, datata al 26 luglio di quello stesso anno. Il
carattere cristiano dell'ordine e l'autorità papale
diedero a questa fondazione una protezione specifica, che ad
esempio servì a proteggere l'istituzione
dall'abolizione quando Vittorio
Emanuele II di Savoia ,
nel 1860 ,
conquistò il Regno
delle Due Sicilie .
Da
Carlo III a Ferdinando
Carlo
VII ereditò la corona spagnola alla morte del padre,
divenendo monarca con il nome di Carlo
III ,
il 10 agosto 1759 .
Secondo l'articolo II del trattato
di Napoli
del 3 ottobre di quello stesso anno, egli stabilì che
Ferdinando ,
suo secondo figlio (il terzo in linea di nascita, dal
momento che il primo dei figli di Carlo III era stato
escluso dal trono in quanto sofferente di gravi disturbi
mentali) venisse nominato re delle Due Sicilie. Il nuovo
sovrano, ricevette le corone di Napoli
e Sicilia ,
con il decreto pragmatico del 6 ottobre 1759 .
Questo fece sì che inoltre egli ereditasse
l'ordine dal padre e di conseguenza che questo passasse ai
suoi discendenti in linea diretta, i re delle Due Sicilie,
appunto.
Lo
Stato italiano ha riconosciuto l'autorizzazione a fregiarsi
di tale onorificenza, nonostante che si tratti di un ordine
cavalleresco dinastico-statuale collegato alla pretensione
dinastica al trono delle Due Sicilie.
Struttura
dell'ordine
Originariamente,
oltre alla figura del gran maestro, l'ordine constava dei
seguenti ministri:
cancelliere
segretario
tesoriere
maestro delle cerimonie
Questi
ruoli vennero limitati con un decreto del 17 agosto 1827 ,
di modo che i discendenti di chi aveva già ricoperto
questa carica, non potessero ricoprirla a loro volta.
Per
antico privilegio ai cavalieri di gran croce dell'ordine era
riservato il trattamento
di " eccellenza ".
Insegne
dell'ordine
La
medaglia dell'ordine, veniva portata sospesa a una fascia
rossa di circa un metro, che partiva dalla spalla destra e
finiva sul fianco sinistro, ed è composta da croce
maltese
biforcata e puntata, smaltata di bianco con raggi di sole
rossi e d'oro che si estendono lungo i bracci, circondati da
quattro gigli dorati con al centro l'immagine di san
Gennaro
in abiti vescovili, uscente da una nuvola d'oro, reggente
(secondo l'iconografia tradizionale) un pastorale e le
ampolline conservate nel duomo di Napoli e contenenti il
sangue del martire. La placca da petto è d'argento.
Il
motto dell'Ordine è IN SANGUINE FOEDUS ("nel
sangue, l'unione"), esplicito riferimento all'annuale
miracolo che si compie in occasione della festa del santo,
dove si liquefa il sangue contenuto nelle ampolline.
Insigne
Ordine di San Gennaro
Insigne
Real Ordine di San Ferdinando e del Merito
Esso
venne fondato il 1º aprile del 1800
dal re Ferdinando
IV ,
tornato a Napoli
dopo l'esilio dovuto all'occupazione napoleonica .
Attraverso questa istituzione, che pose sotto il patronato
di san Ferdinando, suo patrono, antenato e patrono del
Regno, egli decise di ricompensare coloro che avevano dato
prova di devozione e gli erano rimasti fedeli durante il non
facile periodo appena trascorso che lo aveva visto costretto
a rifugiarsi in Sicilia ,
nonché forniva la possibilità al monarca di
premiare anche personalità di fede non Cattolica,
altrimenti non premiabili per le prerogative di Cattolicità
espresse negli Statuti degli Ordini in quel momento
contemporanei nel Regno (l' Ordine
di San Gennaro
e l' Ordine
Costantiniano ).
Originariamente,
l'ordine era diviso nelle due classi di "gran croce"
e di "commendatore", alle quale venne in seguito
aggiunta anche quella di "cavaliere". I cavalieri
di gran croce, godevano del titolo di eccellenza ed
avevano il diritto di tenere il capo coperto in presenza del
re (retaggio spagnolo concesso anche ai grandi di Spagna di
I classe), e non potevano essere più di ventiquattro,
le cui nomine spettavano esclusivamente al gran maestro.
Meriti
speciali erano riservati a quei generali valorosi che si
fossero distinti sul campo, che venivano premiati
solitamente con la gran croce e coloro che avessero difeso
un luogo strategico fondamentale o preso possesso di una
città, venivano premiati con la commenda. In entrambi
i casi, spettava al re concedere o meno una pensione annua
in ricompensa al valore
I nsegne
|
Cavaliere
|
Commendatore
|
Cavaliere
di Gran Croce
|
La
medaglia
è composta da una stella di sei raggi d'oro
alternati ad altrettanti gigli d'argento con al centro uno
scudo d'oro, recante l'immagine di San
Ferdinando ,
orlata di smalto azzurro recante il motto FIDEI ET MERITO.
La
placca
è composta da una stella di sei raggi d'oro
alternati ad altrettanti gigli d'argento con al centro uno
scudo d'oro, recante l'immagine di San
Ferdinando ,
orlata di smalto oro recante il motto FIDEI ET MERITO.
Il
nastro
è di colore turchino, orlato di rosso cupo. [1]
Membri
celebri
Lord
Nelson
Josef
Radetzky
Giorgio
IV del Regno Unito
Francesco
IV di Modena
Francesco
II delle Due Sicilie
Ferdinando
I d'Austria
Ferdinando
II delle Due Sicilie
Francesco
I delle Due Sicilie
Heinrich
Johann Bellegarde
Karl
Philipp Schwarzenberg
Ferdinando
Beneventano del Bosco
Manuel
Godoy
Ludwig
von Wallmoden-Gimborn
Joaquín
Navarro Sangrán, Conde de Casa Sarría [2]
Insigne
Real Ordine di San Ferdinando e del Merito
Sacro
Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
Il
Sacro
militare ordine costantiniano di San Giorgio
è un ordine
religioso cavalleresco
di collazione ,
da ultimo legato alla casata dei Borbone-Due
Sicilie .
Le
sue origini vengono tradizionalmente fatte risalire
all'imperatore Costantino ,
dal quale sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro
Massenzio
nella battaglia
di Ponte Milvio ,
successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con
l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla
scritta “ In
hoc signo vinces ”.
È perciò considerato il più antico
ordine
cavalleresco
della cristianità ,
nonché il più antico in assoluto.
L'Ordine
si propone la glorificazione della croce, la propagazione
della fede
cattolica ,
e la difesa della Chiesa
apostolica romana ,
cui è strettamente legato. Condizione necessaria
infatti per divenire membri dell'Ordine è professare
la religione cattolica apostolica romana.
L'Ordine,
inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo
d'azione e di attività alle due grandi opere
eminentemente sociali dell'assistenza ospedaliera e della
beneficenza.
L’attuale
Gran Maestro è S.A.R. Pietro
di Borbone Due Sicilie .
Origini
La
fondazione dell'ordine si attribuisce tradizionalmente
all' imperatore
romano
Costantino
I ,
e collocata nel 313 ,
e all' imperatore
bizantino
Isacco
II
Comneno ,
della dinastia
degli Angeli
(che si dichiarava discendente di Costantino) nel 1190 ,
ad imitazione degli ordini monastico militari sorti in
oriente a seguito delle crociate .
Su ordine del gran maestro Alessio V Angelo Flavio Comneno,
Imperatore d'Oriente, i Cavalieri Costantiniani
parteciparono alla prima crociata dal 1099. Nel 1209
l'Ordine partecipò alla Crociata
Albigese ,
voluta dal papa
Innocenzo III ,
agli ordini del gran maestro Alessio Andrea Angelo Flavio
Comneno.
Una
delle prime menzioni scritte di questo ordine è
costituita dal breve
apostolico
Quod
alias
di papa
Giulio III ,
con cui il pontefice riconosceva la dignità di gran
maestro dell'ordine ad Andrea Angelo Flavio Comneno. La
cronologia storicamente accertata dei gran maestri inizia
pertanto da questi, morto nel 1580 .
Suo fratello Girolamo era stato co-gran maestro a partire
dagli anni '70 del XVI secolo fino alla sua morte, ma ad
Andrea successe il nipote Pietro II dal 1580 fino alla morte
nel 1592 .
Gli successe a sua volta il figlio maggiore Giovanni Andrea
(1569-1630), alla cui morte il magistero passò al
nipote Angelo (ancora minore d'età fino al 1634),
morto nel 1678 .
Gli succedettero il fratello Marco, ma per poco, poiché
morì l'anno dopo, ed in seguito un altro fratello,
Girolamo, morto nel 1687 ,
cui successe il fratello Giovanni Andrea, l'ultimo della
famiglia, morto nel 1703 .
Sopravvisse loro una nipote di nome Laura, figlia di
Girolamo, suora nel 1756.
Il
periodo farnesian o
L'ultimo
discendente del casato, il principe Giovanni Andrea Angelo
Flavio Comneno, nel 1698 ,
concesse il gran magistero dell'ordine al duca
di Parma
Francesco
Farnese
e il contratto di cessione venne sancito dal breve papale
Sincerae
fidei
di papa
Innocenzo XII
del 1699 .
Gli statuti dell'ordine subirono una revisione nel 1706
e una conferma definitiva della cessione al casato farnense
con bolla papale Militantis
Ecclesiae
di papa
Clemente XI
del 1718 .
In quell'anno il duca scelse come sede dell'ordine la chiesa
di Santa Maria della Steccata ,
da allora detta anche "chiesa magistrale". Tale
conferma papale, fu anche frutto della costituzione di un
reparto militare che combatté in difesa della
cristianità. Infatti a partire dal febbraio del 1717,
venne creato il Reggimento Costantiniano, per dare supporto
alle truppe della Repubblica
di Venezia
e del Sacro
Romano Impero
contro i Turchi in Dalmazia .
Il Reggimento, comandato dal conte piacentino Federico dal
Verme e da altri nobili, era composto da 8 compagnie, per un
totale complessivo di circa 2000 uomini.
Nel
1727
all'ultimo discendente della dinastia dei Farnese, il duca
Antonio
Farnese ,
succedette nel gran magistero dell'ordine, per scelta di
quest'ultimo, l' infante
di Spagna
don Carlo
di Borbone ,
figlio della nipote Elisabetta
Farnese .
Dopo il 1736
quando l'Austria occupò Parma, Carlo di Borbone
mantenne le sue funzioni di gran maestro ed il controllo
della chiesa di Santa Maria della Steccata, anche se era già
sovrano di Napoli. Asceso al trono di Spagna
con il nome di Carlo
III ,
cedette al suo figlio terzogenito, l'infante don Ferdinando ,
oltre al Regno
delle Due Sicilie ,
il gran magistero costantiniano, trasmissibile ai figli
maschi primogeniti ("primogeniti farnesiani"). Il
trasferimento del gran magistero dell'ordine costituì
un atto separato, avvenuto dieci giorni dopo il passaggio
del trono di Napoli e Sicilia .
In seguito l'ordine venne tramandato a tutti i successori
sul trono delle Due Sicilie ed ha continuato ad essere
conferito fino ad oggi, nell'ambito del patrimonio dinastico
della famiglia dei Borbone.
Elenco
dei Gran Maestr i
Cronologia
leggendaria, tradizionale (non documentata)
Costantino
I
il Grande, imperatore 313
– 22 maggio 337
Costantino
II
Flavio, imperatore 22 maggio 337 – febbraio 340
Costante
I
Flavio, imperatore 22 maggio 337 – 18 gennaio 350
Costanzo
II
Flavio, imperatore 22 maggio 337 – 3 novembre 361
Costanzo
Gallo Angelo Flavio, principe di Macedonia
361 – 362
Michele
Gallo Angelo Flavio, principe di Macedonia 362 – 428
Alessio
Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia 428 –
458
Alessio
II Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia
e di Macedonia 458 – 514
Michele
II Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 514 – 548
Alessio
Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 548 – 586
Angelo
Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 586 – 617
Filippo
Basilio Pipino Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e
di Macedonia 617 – 625
Isacco
Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia
625 – 667
Alessio
III Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 667 – 719
Costantino
III Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 719 – 781
Michele
IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 781 – 820
Costantino
IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 820 – 905
Alessio
IV Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 905 – 953
Michele
V Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di Macedonia
953 – 984
Emanuele
Michele Angelo Flavio Comneno, principe di Cilicia e di
Macedonia 984 – 1021
Isacco
II Angelo Flavio Comneno, imperatore ( Isacco
I )
1021 – 1061
Alessio
V Angelo Flavio Comneno, imperatore ( Alessio
I )
1061 – 1118
Giovanni
Angelo Flavio Comneno, imperatore ( Giovanni
II )
1118 – 8 aprile 1143
Isacco
III Angelo Flavio Comneno 1143 – 1152
Andronico
Angelo Flavio Comneno 1152 – 1185
Isacco
IV Angelo Flavio Comneno, imperatore ( Isacco
II )
1185 – 12 aprile 1204
Alessio
VI Angelo Flavio Comneno, imperatore ( Alessio
IV )
1195 – 28 gennaio 1204
Alessio
Andrea Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca
di Drivasto
e Durazzo
1204 – 1260
Michele
VI Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di
Drivasto e Durazzo 1260 – 1318
Andrea
Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di
Drivasto e Durazzo 1318 – 1366
Michele
VII Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di
Drivasto e Durazzo 1366 – 1410
Paolo
Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di
Drivasto e Durazzo 1410 – 1453
(33)
Andrea II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia,
duca di Drivasto e Durazzo 1453 – 1479
(34)
Pietro I Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca
di Drivasto e Durazzo, Arcivescovo
di Durazzo, 1479 – 1511
(35)
Giovanni Demetrio Angelo Flavio Comneno, principe di
Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1511 – 1570
Cronologia
storica (documentata)
(36)
Andrea Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca
di Drivasto e Durazzo 1570-1580
(36)
Girolamo Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca
di Drivasto e Durazzo 1570-1591 (co-Gran Maestro)
(37)
Pietro II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia,
duca di Drivasto e Durazzo 1580 – 1592
(38)
Giovanni Andrea I Angelo Flavio Comneno, principe di
Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1572 – 20
luglio 1623
(39)
Marino Caracciolo, principe di Avellino
20 luglio 1623 – 1627
(40)
Angelo Maria Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia,
duca di Drivasto e Durazzo 1634 – 1678
(41)
Marco Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia, duca di
Drivasto e Durazzo 1678 – 1679
(42)
Girolamo II Angelo Flavio Comneno, principe di Macedonia,
duca di Drivasto e Durazzo 1679 – 1687
(43)
Giovanni Andrea II Angelo Flavio Comneno, principe di
Macedonia, duca di Drivasto e Durazzo 1687 – 1699
(44)
Francesco
I Farnese ,
duca di Parma e Piacenza 1699 – 26 febbraio 1727
(45)
Antonio
Farnese ,
duca di Parma e Piacenza 26 febbraio 1727 – 20
gennaio 1731
(46)
Carlo
di Borbone ,
re di Napoli e di Sicilia 20 gennaio 1731 – 1759
(47)
Ferdinando
IV
di Borbone, re di Napoli e III di Sicilia, poi Ferdinando I
delle Due
Sicilie
1759 – 4 gennaio 1825
(48)
Francesco
I di Borbone ,
Re del Regno delle Due Sicilie 4 gennaio 1825 – 8
novembre 1830
(49)
Ferdinando
II di Borbone ,
Re del Regno delle Due Sicilie 8 novembre 1830 – 22
maggio 1859
(50)
Francesco
II di Borbone ,
Re del Regno delle Due Sicilie 22 maggio 1859 – 27
dicembre 1894
(51)
Alfonso
di Borbone-Due Sicilie ,
Conte
di Caserta ,
27 dicembre 1894 – 26 maggio 1934
(52)
Ferdinando
Pio di Borbone-Due Sicilie ,
Duca di Calabria, Conte di Caserta (1894-1934), 26 maggio
1934 – 7 gennaio 1960 .
(53)
Alfonso
Maria di Borbone Due Sicilie
(1960-1964).
(54)
Carlos
Maria di Borbone-Due Sicilie ,
Duca di Calabria, Conte di Caserta (1964-2015).
(55)
Pietro
di Borbone Due Sicilie
Duca di Calabria, Conte di Caserta (2015- in carica).
Reale
ordine di Francesco I
Storia
L'ordine,
come indicato dal nome stesso, venne fondato dal re
Francesco
I delle Due Sicilie
il 28 settembre 1829 per premiare i benemeriti nelle
scienze, nelle lettere, nelle arti e nell'ambito civile.
Dato questo suo spiccato carattere "civile",
l'ordine fu un vero e proprio precursore dei moderni
ordini al merito.
Il
decreto d'istituzione venne catalogato con il numero
2594, firm ato il 28 settembre 1829 e pubblicato il
3 ottobre di quello stesso anno.
Inoltre
con un decreto in pari data i due reali ordini di
Francesco I e di San
Giorgio della riunione
furono uguagliati in dignità e prerogative.
Un
decreto del re di Sardegna del 7 settembre 1860 abolì
tutti gli Ordini delle Due Sicilie, ma l'imposizione non
fu accettata né da Francesco II né dal
Conte di Caserta. Quest'ultimo fece 48 concessioni di
questo Ordine ad italiani; di queste otto furono Gran
Cordoni e tre Gran Croci. Concesse, inoltre, il
Gran Cordone a molti dei suoi figli. Dopo il 1920,
l'Ordine non venne a lungo più conferito.
Gradi
Cavaliere
di Gran Croce
Commendatore
Cavaliere
A
queste si aggiungevano:
Medaglia
d'oro
Medaglia
d'argento
Questa
suddivisione, successivamente, venne corretta da
Ferdinando
II, figlio di Francesco I, il quale con un decreto
promulgato a Caserta il 21
dicembre 1858, aggiunse altre tre classi all'Ordine: i
cavalieri di gran cordone, i commendatori con placca che
seguivano i cavalieri di gran croce, ed infine i
cavalieri di II classe come grado minore che seguiva
quello di cavaliere.
In
seguito a tale riforma degli Statuti le classi divennero
otto:
Cavaliere
di Gran Cordone (o Gran Croce con Fascia)
Cavaliere
di Gran Croce
Commendatore
con Placca
Commendatore
Cavaliere
di Prima Classe
Cavaliere
di Seconda Classe
Medaglia
d'Oro
Medaglia
d'Argento.
Insegna
L'insegna
dell'ordine consisteva in una croce biforcata d'oro,
smaltata di bianco e accantonata da quattro gigli d'oro,
caricata da uno scudo con la cifra F.I. (Francesco I)
sormontata dalla corona e circondato da serto di alloro e
da un orlo azzurro con il motto: DE REGE OPTIMO
MERITO. Sul rovescio lo scudo riportava la scritta
FRANCISCUS PRIMUS INSTITUIT M.DCCC.XXIX.
Le
medaglie, invece, avevano sul fronte l'effigie del re con
una corona di quercia intorno e la legenda FRANCISCUS
I, REG. UTR. SIC. ET HIER. REX, e nel rovescio il
motto DE REGE OPTIMO MERITO M.DCCC.XXIX.
Reale
ordine di Francesco I
Reale
e militare ordine di San Giorgio della Riunione
Storia
Quest'ordine
venne fondato il 1º gennaio 1819
da Ferdinando
I ,
re delle Due Sicilie, per celebrare la riunione sotto il
suo scettro dei domini di Napoli
e Sicilia
(l'unione era infatti già stata costituita in
epoca napoleonica e questa istituzione, ovviamente,
voleva celebrarne il passaggio alla casata di
Borbone-Napoli).
La
sua istituzione, però, comportò la
soppressione del precedente Ordine
reale delle Due Sicilie ,
creato nel 1808
da Giuseppe
Bonaparte ,
fratello di Napoleone
I
ed all'epoca re delle Due Sicilie.
L'Ordine
ebbe poi modifiche da Francesco I il 28 settembre 1829,
con il quale i due reali Ordini di Francesco
I
e di San Giorgio della riunione furono uguagliati in
dignità e prerogative, e da Ferdinando II con R.D.
del 10 maggio 1850 .
La
dottrina prevalente in materia sia cavalleresca che
giuridica, considera tale Ordine di tipologia
dinastico-statuale
o di corona delle Due
Sicilie ,
di conseguenza estinto con la fine di quel regno .
D alla
fondazione come dignità di diritto legata al
Ducato
di Calabria ,
e di conseguenza, dalla fine del Regno delle Due Sicilie,
come dignità spettante al Ducato
di Noto ,
il ramo ispano-napoletano
della Casa Borbone Due Sicilie è oggi l'unico che
può ostentare la carica di Gran Connestabile (o
Gran Contestabile).
Gradi
|
Cavaliere
|
Commendatore
|
Cavaliere
di Gran Croce
|
Le
cariche principali erano affidate ai membri della
famiglia reale, con il seguente ordine:
Gli
aderenti all'ordine erano suddivisi in quattro gruppi di
cavalieri, ovvero:
gran
collane (detti gran bandierati) (poi aboliti da
Francesco I il 28 settembre 1829)
gran
croce (detti bandierati)
commendatore
cavaliere
di diritto/cavaliere di grazia
In
epoche successive vennero aggiunti anche altri due gradi
di valore inferiore al cavaliere di grazia:
medaglia
d'oro
medaglia
d'argento.
Odiernamente,
per quanto alla sezione precedente, le uniche dignità
esistenti sono:
Le
insegne consistevano in una croce smaltata di color rosso
rubino, attraversata da due spade d'oro decussate sul
retro, con al centro l'effigie di san
Giorgio
a cavallo che trafigge il drago, circondato da un cerchio
turchino e da una ghirlanda d'alloro. In questo cerchio
compariva inoltre il motto: IN
HOC SIGNO VINCES .
I cavalieri di gran croce, oltre la placca d'argento sul
lato sinistro del petto, portavano sospesa da una banda,
l'immagine di san Giorgio cesellata in oro.
Le medaglie presentavano su entrambi i lati l'effigie di san
Giorgio che trafigge il drago e nella medaglia d'oro si trovava inciso il motto VIRTUTI, mentre in quella d'argento la parola MERITO.
Il nastro era azzurro orlato di giallo-arancio.
Reale
e militare ordine di San Giorgio della Riunione